La commedia degli errori

Ispirata a I menecmi oppure alle Bacchidi di Plauto, in quest'opera il meccanismo comico del doppio viene elevato a potenza: ai due omonimi fratelli si aggiungono i due servi, anch'essi identici e omonimi. La vicenda si svolge in un'unica giornata, dall'alba al tramonto, passando da un tragico inizio, con Egeone condannato a morte, al più classico dei "finali felici", con la famiglia ritrovata e l'annuncio di un nuovo matrimonio. Menaechmi (Menecmi o I due Menecmi) è una commedia di Plauto scritta verso la fine del III secolo a.C. Il nome deriva da quello dei due personaggi principali, nonché fratelli gemelli. La commedia, in apparenza movimentatissima, tratta di un evento molto semplice: lo smarrimento e rapimento di Menecmo I e le peripezie che consentono ai due gemelli di incontrarsi di nuovo e tornare insieme in patria.1 La commedia degli errori racconta la storia di due coppie di gemelli identici separati dalla nascita. Antifolo di Siracusa e il suo servo, Dromio di Siracusa, arrivano ad Efeso, che si scopre essere la città in cui vivono i loro fratelli gemelli, Antifolo di Efeso ed il suo servo, Dromio di Efeso. Quando i siracusani incontrano gli amici e i familiari dei loro gemelli, inizia una serie di incidenti basati sullo scambio d'identità che portano a baruffe, seduzioni quasi incestuose, l'arresto di Antifolo di Efeso, e le accuse di infedeltà, furto, pazzia e possessione diabolica.

[1]https://www.treccani.it/enciclopedia/menaechmi